
Gli astronauti dell’Apollo 11, nella loro leggendaria missione che portò il 20 luglio 1969 alle 20:17:40 il primo uomo a passeggiare sulla Luna, avevano in dotazione pochissimi farmaci. Due di questi erano a base di 2-2-imidazolina cloridrato, costituente di Nasivin e componente assieme al desametasone di Nasicortin, entrambi farmaci registrati e distribuiti in Italia dalla Bracco Industria Chimica. Una bella soddisfazione per una famiglia di esuli dalmati arrivati nel 1927 dalla piccola isola di Neresine in Istria a Milano dove erano diventati imprenditori di successo.
Il Nasivin, come spiega il prezioso dépliant pubblicitario conservato nell’Archivio Storico Bracco, era indicato contro riniti, rinofaringiti, sinusiti e congiuntiviti, e si distingueva per le sue prerogative di efficacia e funzionalità. Il Nasicortin era anch’esso una sospensione decongestionante le mucose ed anti-flogistica e aveva un uso anche oftalmico oltre che nasale.
Ma i prodotti etici e i prodotti da banco, questi ultimi vendibili senza ricetta medica, che nella lunga storia del Gruppo Bracco hanno saputo conquistarsi la fiducia di medici, farmacisti e pazienti, sono numerosi. Tra quelli di cui l’azienda era licenziataria in Italia, diffusissimi sono stati l’Eutirox, il Mepral, la Xamamina, il Collirio Alfa e il Friliver, cui per anni è stato associato il nome di Bracco. Ma anche dai laboratori chimici, farmacologici e microbiologici dell’azienda sono nati molti medicinali di successo: vitaminici, sulfamidici, antitubercolari, spasmolitici, antireumatici, cortisonici, antianemici, antiallergici, analgesici, antiasmatici – oltre a mezzi di contrasto che hanno rivoluzionato l’imaging diagnostico a livello – è il caso di dirlo – “planetario”.



Alcuni prodotti furono dei successi clamorosi.
Il Cebion nel 1934 risolve definitivamente la piaga dello scorbuto, mettendo a disposizione di tutti la Vitamina C sintetizzata in laboratorio, universalmente riconosciuta per le sue proprietà antiossidanti e di difesa del sistema immunitario.
Nel 1939 Bracco inventa, ricerca e produce con il solo lavoro di clinici e ricercatori italiani il Novotrans, una soluzione per stabilizzare il sangue per le trasfusioni.
Nel 1948, in un momento in cui in Italia la penicillina portata dall’esercito americano non era ancora disponibile, viene messo sul mercato il Diazil, un sulfamidico subito molto richiesto dai medici di tutto il Paese, anche perché in quell’anno era in corso una forte epidemia di influenza.
Nel 1956 viene lanciata sul mercato la specialità Piraldina, prodotto antitubercolare che è stato il primo a base di pirazinamide, messo in commercio nel mondo. Bracco è stato l’unico produttore del preparato in Europa esportandolo in tanti Paesi, tra cui quelli in via di sviluppo, dove la tubercolosi era molto diffusa.
Nel 1962 colpo di scena: i ricercatori Bracco inventano la iodamide, il primo mezzo di contrasto per imaging diagnostico, settore su cui il gruppo si è sempre più focalizzato, a cui nel tempo sono seguiti altri anche per tutte le modalità dell’imaging, dalla risonanza magnetica agli ultrasuoni.
Grandi successi che hanno contribuito alla costante crescita dell’azienda, che nel corso del tempo si è confermata leader nella cura della salute delle persone attraverso strumenti di prevenzione all’avanguardia e grazie alla continua ricerca e innovazione.